Overshoot Day: come posticipare la data grazie all’alimentazione consapevole

La scorsa settimana, esattamente il 6 maggio, per l’Italia è stato l’Overshoot day.

L’Overshoot Day rappresenta il giorno in cui la Terra ha esaurito le risorse naturali disponibili per l’intero anno. O meglio, il giorno in cui noi esseri umani arriviamo a consumare tutte le risorse naturali che il pianeta ci mette a disposizione ed è in grado di rigenerare in un anno. Da quel giorno viviamo a credito ecologico.

Anche se a livello globale la data ufficiale per il 2025 non è ancora disponibile, in quanto esce il 5 giugno in occasione della Giornata internazionale dell’ambiente, il trend degli ultimi anni è preoccupante.

Dal 1970 in cui cadeva a dicembre, lo scorso anno, nel 2024, l’Overshoot day globale è stato il 1 agosto.

Come nutrizionista che ha a cuore il valore della sostenibilità ambientale, credo che il nostro modo di mangiare possa influenzare positivamente questo scenario. L’alimentazione è infatti uno dei fattori che lo stesso Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che si occupa dell’Overshoot day, riconosce come area su cui intervenire per spostare la data in avanti.

 

Overshoot day in Italia

La data dell’Overshoot day non è fissa: cambia in base ai nostri stili di vita. L’Italia, purtroppo, tende a raggiungerla ben prima della media globale.

Infatti quest’anno il giorno del “nostro” overshoot day, come ho già scritto, è stato identificato con il 6 maggio, anticipando di quasi 2 settimane rispetto lo scorso anno. Questo anticipo è stato dato in parte da nuovi modelli di calcolo relativi ai dati sull’impronta ecologica di ogni paese (questi nuovi conteggi hanno portato ad un risultato che anticipa di 11 giorni la data rispetto allo scorso anno) e in parte per l’aumento stesso dei consumi (abbiamo terminato le risorse 1 giorno prima).

Di fatto, con questo andamento, a noi servirebbero 2 volte e mezzo di risorse che abbiamo a disposizione per ogni anno.

 

Come possiamo spostare la data in avanti?

Il Global Footprint Network propone diverse azioni e diverse aree su cui intervenire per spostare in avanti la data (il movimento #movethedate).

“Sebbene il nostro pianeta sia finito, le possibilità umane non lo sono. La trasformazione verso un mondo sostenibile e a zero emissioni di carbonio avrà successo se metteremo in pratica i più grandi punti di forza dell’umanità: lungimiranza, innovazione e cura reciproca. La buona notizia è che questa trasformazione non è solo tecnologicamente possibile, ma è anche economicamente vantaggiosa e rappresenta la nostra migliore opportunità per un futuro prospero.”

Le 5 macroaree sono:

  • Pianeta, ossia come aiutiamo la natura tramite la conservazione (proteggere e preservare gli spazi naturali, in particolare luoghi fondamentali per la biodiversità), il ripristino (molti ecosistemi sono stati sfruttati eccessivamente e necessitano di essere ripristinati; rimboschire 350 milioni di ettari di foresta sposterebbe la data dell’Overshoot Day di 8 giorni) e la promozione di pratiche di agricoltura rigenerativa e pesca sostenibile.
  • Città, ossia come progettiamo e gestiamo le città, ad esempio pianificando edifici a basso consumo energetico, città compatte e opzioni efficaci per il trasporto pubblico; se riducessimo del 50% il nostro impatto derivante dall’uso dell’auto in tutto il mondo e supponessimo che 1/3 dei chilometri percorsi in auto venga sostituito dai trasporti pubblici e il resto da bicicletta e camminate, l’Overshoot Day verrebbe posticipato di 13 giorni.
  • Energia, il tema sicuramente più “caldo”. Infatti se riducessimo del 50% la componente di carbonio dell’Impronta Ecologica dell’umanità, potremmo spostare l’Earth Overshoot Day di 93 giorni, ovvero di oltre tre mesi. Basta considerare che nel 2020, quando a livello globale si è bloccato per 2 mesi, l’overshoot day è slittato in avanti di 20 giorni.
  • Popolazione: le Nazioni Unite stimano che entro il 2100 sulla Terra vivranno tra 7,3 e 15,6 miliardi di persone. Nonostante la disomogeneità nei vari Paesi, è evidente che con l’aumento della popolazione aumenta anche la pressione sul pianeta. Si tratta di un tema molto delicato ma se una famiglia su due avesse un figlio in meno e la genitorialità venisse posticipata di due anni, entro il 2050 sposteremmo l’Overshoot Day di 49 giorni.
  • Cibo: poiché metà della biocapacità della Terra viene utilizzata per nutrirci, il cibo è un fattore importante, e dato che è il tema che mi riguarda direttamente, vediamo cosa possiamo fare per ridurre l’impatto e muovere la data in avanti.

 

Perché l’alimentazione conta (molto)

Ci sono molti interventi alimentari che possono spostare la data in avanti dell’Earth Overshoot Day. Tra questi la riduzione degli sprechi alimentari, la riduzione del consumo di carne (che significa anche ridurre l’uso intensivo di risorse per colture destinate agli animali) la promozione di sistemi alimentari a filiera corta, sono quelli che aiutano maggiormente.

Ad esempio se riuscissimo a dimezzare lo spreco alimentare a livello globale, sposteremmo l’Overshoot Day di 13 giorni.

Se riducessimo il consumo globale di carne del 50% e sostituissimo queste calorie con una dieta vegetariana, sposteremmo l’Overshoot Day di 17 giorni (che comprendono 10 giorni per la riduzione delle emissioni di metano).

 

5 azioni concrete per posticipare l’Overshoot Day

1. Ridurre (anche solo parzialmente) il consumo di carne

Adottare un’alimentazione prevalentemente vegetale può fare la differenza. Scegliere legumi, cereali integrali, frutta e verdura di stagione riduce enormemente l’impronta ecologica individuale. Questo non significa per forza eliminare alimenti di origine animale e derivati, ma ridurne il consumo.
Ad esempio eliminare tutti i prodotti animali 1 giorno a settimana sposta l’Overshoot Day di 1.8 giorni. Farlo 2-3 giorni a settimana è fattibile, e anche raccomandabile, per tuttə.

2. Limitare lo spreco alimentare

La quantità di spreco alimentare equivale a circa il 9% dell’impronta ecologica globale.
Pianificare la spesa, conservare correttamente gli alimenti, usare gli avanzi in modo creativo sono piccoli gesti quotidiani che hanno un impatto enorme.
Nell’agosto 2016, l’Italia ha approvato una legge che prevede sgravi fiscali per incoraggiare la donazione di cibo a enti benefici, a tutti i livelli della filiera alimentare, dai produttori agricoli ai supermercati. In questo modo 1 milione di tonnellate di cibo tipicamente sprecato non finisce in discarica; stiamo però ancora parlando solamente di 1/5 dello spreco; possiamo fare di più.

3. Scegliere prodotti locali e stagionali

Mangiare in modo consapevole significa anche acquistare cibo che non ha perso mezzo mondo prima di arrivare nel piatto. Acquistare da produttori locali, partecipare a gruppi di acquisto solidale o mercati contadini aiuta a ridurre le emissioni legate al trasporto e supporta filiere corte e l’economia locale. Suggerimenti li trovi anche in questo articolo sulla spesa fuori dalla GDO.

4. Scegliere prodotti biologici e da agricoltura rigenerativa

Queste pratiche agricole preservano la fertilità del suolo, riducono l’uso di pesticidi e favoriscono la biodiversità.
L’agricoltura intensiva esaurisce il suolo, inquina le acque e contribuisce al cambiamento climatico. Optare per alimenti biologici o da agricoltura sostenibile può aiutare a invertire questa tendenza.

5. Consumare meno alimenti ultra-processati e confezionati

Oltre agli effetti sulla salute, i prodotti ultra-processati richiedono grandi quantità di energia e risorse per essere prodotti, confezionati e trasportati. Un’alimentazione semplice, basata su alimenti freschi, naturali e poco lavorati, è un vantaggio per il corpo e per il pianeta. Trovi suggerimenti sulla spesa consapevole anche nella mia guida.

 

Una scelta personale che diventa collettiva

Quando scegliamo consapevolmente cosa mangiare stiamo scegliendo come vogliamo nutrire il corpo, ma anche quale impatto vogliamo avere sulla Terra. Ovviamente, come visto anche prima, non è l’unico modo, ma è uno dei modi a nostra disposizione e quello su cui probabilmente abbiamo più potere.

Credo profondamente che ogni pasto possa essere un’occasione per contribuire al cambiamento.

Spostare l’Overshoot Day forse rimane un sogno, ma abbiamo il potere, e forse anche il dovere, di agire insieme con consapevolezza.
Un passo alla volta, assieme, per un gesto individuale che può diventare rivoluzione collettiva.