Ti è mai capitato di trascorrere l’intera giornata a mangiare “bene” – facendo attenzione a cosa scegli, magari rinunciando a qualcosa, mantenendo il controllo – e poi ritrovarti alla sera con una fame irrefrenabile, che ti porta a mangiare “di più”, qualcosa che “non avresti dovuto”, perdendo il controllo o arrivando anche a un’abbuffata?
Se sì, voglio rassicurarti fin da subito: sento questa frase molto spesso durante i percorsi individuali, perchè è un meccanismo perfettamente normale.
È una risposta del tutto prevedibile a quello che chiamiamo “mangiare bene”, ma che spesso nasconde il tentativo di stare in controllo e fare restrizione.
Nel mio nuovo video su YouTube esploriamo questo meccanismo così comune ma che viene ancora vissuto come sbagliato.
Ti spiego perché succede e come iniziare a uscirne, senza dieta, senza regole rigide e soprattutto senza colpe.
Guarda il video qui
Quando diciamo “oggi ho mangiato bene”, spesso intendiamo “sono stata rigidǝ”, “ho rispettato tutte le regole”, “ho evitato certi alimenti”, “ho controllato tutto”. In realtà, quello che chiamiamo “mangiare bene” assomiglia molto più a una restrizione, talvolta anche “solo” mentale: la cosiddetta restrizione cognitiva.
A questa tipo di restrizione (pensieri di controllo, calcoli, giudizi) spesso si associa la restrizione reale (pasti saltati, porzioni ridotte, nutrienti evitati).
Questi comportamenti vengono normalizzati dalla diet culture, di cui parlo brevemente nel video e più approfonditamente in questa guida.
Il nostro corpo e il nostro sistema nervoso, durante queste restrizioni, mettono in atto meccanismi di difesa, iniziando a cercare compensazione.
Il nostro corpo e il nostro sistema nervoso, durante queste restrizioni, mettono in atto meccanismi di difesa, iniziando a cercare compensazioni.
Dal punto di vista fisiologico, gli ormoni della fame si attivano, i livelli di stress aumentano, il piacere viene sospeso. Il corpo inizia a produrre più grelina (l’ormone della fame) e meno leptina (ormone della sazietà), ad avere bassi livelli di zucchero nel sangue e ad attivare il cortisolo (ormone dello stress, che stimola anche l’appetito).
Ma anche la mente gioca un ruolo fondamentale.
La stanchezza mentale a fine giornata, la dualità “tutto-niente”, la pressione di “non sgarrare”, il bisogno di lasciar andare il controllo, le emozioni accumulate che non trovano spazio; si attiva così il pensiero “tanto ormai…”, si abbassa la capacità di fare scelte consapevoli, e il cibo diventa il mezzo per sfogare, compensare e trovare conforto.
Quello che spesso viene vissuto come un problema di forza di volontà è quindi un meccanismo di protezione del tutto normale e naturale.
Invece che accanirci a volerlo modificare, dovremmo ringraziare questi meccanismi conservativi, perchè sono quelli che ci permettono la vita.
Arrivatǝ fin qui dovrebbe esser chiaro come non sia possibile fermare questo meccanismo, e come non sia utile nè sensato, cercare un nuovo modo di controllarsi.
Piuttosto è importante allenarsi alla flessibilità e sperimentare nuovi modi di ascoltarsi.
Ricominciare a mangiare in modo regolare e sufficiente, dare spazio ai segnali del corpo, permettersi davvero di nutrirsi – con tutti i nutrienti – è un atto di cura.
Inizia a chiederti:
Ho mangiato abbastanza oggi?
Ho dato al mio corpo tutto ciò di cui avevo bisogno?
Ho ascoltato la fame o l’ho ignorata?
Ho dato spazio alle mie emozioni o mi sto sentendo sopraffattǝ?
Il percorso non è immediato, né lineare. Ma è possibile.
Datti tempo per allenare la flessibilità, per esplorare in consapevolezza tutti questi meccanismi, per poter stare nelle emozioni e per imparare a riconnetterti con il tuo corpo.
E se hai bisogno di aiuto per farlo, possiamo intraprendere assieme un percorso individuale, in cui grazie all’unione sinergica di mindful eating e coaching nutrizionale ti aiuto a ritrovare il tuo personale equilibrio.
Se invece preferisci entrare nel vivo di un percorso di gruppo di mindful eating, iscriviti alla lista d’attesa per il prossimo corso in partenza.