Prova costume: andiamo oltre?

Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, ci risiamo. Veniamo bombardatə da pubblicità su qualsiasi canale media con un messaggio: “sei prontə per la prova costume?”.

In quest’ultimo mese ho visto di tutto, prevalentemente sui social, ma non mancano spot in tv e pubblicità nelle riviste.
Da “prova il nostro nuovo prodotto drenante” (ne esistono a migliaia ormai e sono tutti uguali, chissà a che novità si riferiscono) a “cerchiamo donne che vogliono sentirsi scolpite entro il 30 giugno”. Da “prova la nostra challenge” a “dì addio alla cellulite e ritrova una silhouette tonica e perfetta per la stagione estiva”.

Sembrano frasi apparentemente innocue, perchè siamo abituatə a sentirle, inseritə come siamo nella cultura della dieta.

Ma, per le persone, di qualsiasi taglia, che vivono in lotta con il proprio corpo, queste parole portano con sé un carico emotivo enorme: sensi di colpa, insoddisfazione corporea, senso di inadeguatezza.
E questo porta a ricerca di soluzioni, che si rivelano dannose per mente e corpo: diete drastiche, programmi di fitness, utilizzo di integratori che promettono miracoli.

Cosa crea tutto questo? E soprattutto, esiste un’alternativa?

 

La pressione emotiva oltre la preoccupazione estetica

La prova costume rappresenta molto più di una semplice preoccupazione estetica: è un meccanismo di pressione emotivo e sociale. Fa parte di quel sistema di credenze su cui si basa la cultura della dieta, che trasforma il nostro corpo in un oggetto da giudicare e modificare secondo standard esterni.

La diet culture ci insegna che il nostro valore come persone dipenda dal numero sulla bilancia, dalla taglia dei vestiti, dalla capacità di controllarsi e stare a dieta.
Questi messaggi, una volta interiorizzati, creano una frattura tra noi e il nostro corpo, trasformando quello che dovrebbe essere il nostro “luogo sciuro” in qualcosa di sbagliato, contro cui accanirsi e che dobbiamo modificare.
Le conseguenze psicologiche sono profonde e, spesso, durature.

Molte persone iniziano a evitare situazioni in cui “svestirsi”, come spiagge o piscine, privandosi di momenti di svago, gioia e socialità. Si perde così tempo di qualità da dedicare alla propria vita per dedicarlo a preoccupazioni rispetto al cibo e alla forma del corpo.

 

L’illusione delle diete: perché non funzionano

Sappiamo dagli studi che il 95% delle diete fallisce nel lungo termine, spesso portando a un peso superiore a quello di partenza a causa del paradosso delle diete (ho parlato in questo video del perchè le diete non funzionano).

Le diete drastiche che promettono risultati miracolosi in pochissimo tempo, inoltre, portano ad ancora maggiori danni.
Un dimagrimento superiore a 0,5-1 kg a settimana comporta rischi significativi che vanno ben oltre l’aspetto estetico. Perdere peso rapidamente spesso significa perdere anche massa muscolare e liquidi, che è controproducente per la salute. Questo porta a un rallentamento metabolico, rendendo sempre più difficile mantenere il peso raggiunto. Inoltre il corpo, privato di nutrienti essenziali, può sviluppare carenze vitaminiche, squilibri elettrolitici, disturbi del sonno e dell’umore, alterazioni del ciclo mestruale.

Inoltre può danneggiare profondamente il rapporto con il cibo e con il proprio corpo, portando anche a disturbi del comportamento alimentare.

Per non parlare poi degli integratori: dai drenanti, che d’estate non andrebbero assunti, ai “brucia grassi”, che non esistono, vengono pubblicizzati in questo periodo moltissimi prodotti inefficaci e spesso molto costosi.

 

Il marketing della cultura della dieta: riconoscerlo per decostruirlo

La diet culture si basa su un marketing che sfrutta le nostre insicurezze e che cavalca l’onda della cultura della dieta. Imparare a riconoscerne i meccanismi è il primo passo per liberarsene.

I messaggi tipici includono:

  • creazione dell’urgenza: “Prima che sia troppo tardi”, “perdi peso entro…”, “14 giorni per…”
  • promessa della facilità: “Senza sforzo”, “Automatico”, “Mentre dormi”
  • colpevolizzazione: “Se non funziona è perché non hai seguito bene le indicazioni”, “ti manca la forza di volontà”
  • falso empowerment: “Prendi il controllo della tua vita”, “dipende tutto da te”, “puoi ottenere anche tu questi risultati”
  • testimonianze e influencer: “prima e dopo”, “fai come me”

Nei social media possiamo osservare chiaramente tutto questo: una realtà distorta dove influencer/modellə con corpi conformi (che hanno per genetica e perchè è il loro lavoro esibire il corpo) diventano l’ideale irrealistico che tuttə cercano di raggiungere, tentando ogni strada per modificare il proprio aspetto.
Un corpo ideale che, nella maggior parte dei casi, non è possibile raggiungere in modo naturale e salutare.

 

Approcci inclusivi e non prescrittivi per costruire una relazione sana con il proprio corpo

La prova costume è un retaggio culturale che possiamo scegliere di decostruire e a cui possiamo decidere di non sottostare.
Possiamo scegliere di prenderci cura di noi in modi più gentili, sostenibili e rispettosi della nostra unicità.

Il percorso verso una relazione sana con il cibo e il proprio corpo richiede tempo, pazienza e spesso supporto professionale.

Alcuni consigli che ti voglio donare:

  • Diversifica i contenuti e i profili che segui: fai un check degli account che segui nei social. C’è chi spinge su queste tematiche? Ci sono contenuti che non ti fanno sentire accoltə? Scegli di fare unfollow, e di seguire account che promuovono body positivity, diversità corporea, libertà.
  • Riduci il diet-talk: le persone attorno a te parlano sempre di diete e di forma fisica? Cambia argomento. Noti “battute”, critiche, giudizi sui corpi delle altre persone? Lasciale cadere senza fomentarle.
    E il tuo dialogo interno? è sempre critico? Prova a parlarti con più gentilezza e autocompassione.
  • Celebra il corpo per quello che è. Vivo! E perfetto.
    Quante cose ti permette di fare? Ringrazialo, e lascia andare le critiche per il suo aspetto.
  • Cerca supporto: se il rapporto con cibo e corpo sono diventati fonte di sofferenza, e in questo periodo sofferenza e disagio aumentano, chiedi aiuto a unə professionista.
  • Pratica l’alimentazione consapevole – mindful eating. Un approccio che non prescrive diete, non impone restrizioni, ma invita ad ascoltare il corpo, a distinguere la fame fisica da quella emotiva, e a trovare piacere nel cibo senza sensi di colpa.

Ricorda che ogni corpo è valido. Il vero benessere non si misura in taglie, ma in libertà: quella di mangiare con serenità, muoversi con piacere e guardarsi allo specchio senza giudizio.

 

Conclusione: la vera libertà

La prova costume non dovrebbe determinare il valore di una persona. A dire il vero, non ha senso proprio di esistere.

Abbandonare la diet culture non significa rinunciare alla salute o al benessere, anzi…significa proprio rivedere i concetti di salute e benessere in un ottica più olistica, più inclusiva, più personale. Significa riconoscere che ogni corpo è diverso e che la salute si manifesta in molte forme e taglie, e soprattutto che il nostro valore come persone non dipende dal nostro aspetto fisico.

L’estate non dovrebbe essere un momento di preoccupazioni, di rinunce, di fatica….ma un momento di leggerezza, di riposo, di vacanze, e di libertà.

 

Se senti che ti serve aiuto per ritrovare la tua libertà e il tuo personalissimo equilibrio con il cibo e con il corpo, i percorsi individuali sono lo spazio giusto per te.
E se vuoi entrare in profondità nelle pratiche di mindful eating, iscriviti alla lista d’attesa per il prossimo percorso di gruppo.